Vigilanza su Monte dei Paschi di Siena |
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Accensione Mutuo.
Come
fare per accendere un Mutuo? I passi fondamentali per accendere un
mutuo presso una banca o presso una finanziaria, solitamente sono
sempre gli stessi. Di seguito trovate le informazioni che vi
interessano. Una
volta svolta l’istruttoria, la banca, acquisita la documentazione
inoltrata ed effettuati ulteriori accertamenti (quali l'acquisizione
della "dichiarazione notarile preliminare" sul bene offerto in
garanzia, nonché della "relazione tecnico-estimativa" redatta da un
tecnico di sua fiducia), è in grado di deliberare il finanziamento. A
delibera avvenuta la banca ne da immediata comunicazione al
richiedente e fissa la data della stipula dell'atto pubblico di
finanziamento (concessione formale del mutuo).
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Mutuo Acquisto Casa.
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PRINCIPALI INTERVENTI DI VIGILANZA SUL GRUPPO MONTE DEI
PASCHI DI SIENA
Nota di approfondimento trasmessa al Ministro dell'Economia e
delle Finanze, Vittorio Grilli, in relazione all'audizione del
29 gennaio 2013, tenuta dal Ministro presso le Commissioni
riunite Finanze di Camera e Senato.
L'azione di vigilanza della Banca d'Italia sul Monte dei Paschi
di Siena negli ultimi anni è stata continua e di intensità
crescente e si è articolata sulle principali aree rilevanti
della gestione: l'adeguatezza del capitale, la prudente gestione
della posizione di liquidità, i rischi finanziari e in
particolare il rischio di tasso di interesse, le dinamiche del
consistente portafoglio titoli di Stato italiani in larga parte
a lungo termine, la qualità del credito, la verifica dei modelli
interni di misurazione dei rischi di credito e operativi,
l'adeguatezza del management e del sistema dei controlli
interni. I principali interventi di vigilanza su MPS vengono
brevemente descritti in ordine cronologico.
A gennaio del 2008 MPS presenta alla Banca d’Italia l’istanza
per l’acquisizione del gruppo Antonveneta (BAV) da ABN AMRO,
nell’ambito di un accordo quadro con il Banco Santander. Il
costo dell’operazione ammonta a circa 9 mld (di cui 6 mld di
avviamento). Per MPS è previsto un impegno di liquidità –
stimato in circa 9,5 mld – volto a rimborsare (entro 12 mesi
dalla conclusione del contratto) le linee di credito in
precedenza concesse da AMRO a BAV. Secondo la normativa vigente,
l’esborso viene valutato in relazione all’adeguatezza
patrimoniale e in base alla sua sostenibilità finanziaria da
parte di MPS.
L’istanza contiene un articolato piano di rafforzamento
patrimoniale, necessario a mantenere il rispetto dei
coefficienti patrimoniali. È previsto un aumento di capitale per
6 mld, di cui 5 mld riservati agli azionisti e 1 mld riservato a
JP Morgan a servizio di un’emissione di titoli convertibili in
azioni del Monte (cosiddetti FRESH); ulteriori 2 mld vengono
raccolti attraverso l’emissione di strumenti obbligazionari.
A marzo del 2008 la Banca d’Italia comunica a MPS che il
perfezionamento dell’operazione è subordinato alla realizzazione
delle predette misure di rafforzamento patrimoniale. Con
riferimento all’aumento di capitale riservato a JP Morgan e alla
prevista emissione dei titoli FRESH, la Vigilanza richiede a MPS
di assicurare che le relative strutture contrattuali siano
coerenti con la natura di qualità primaria assegnata allo
strumento e di garantire il pieno trasferimento a terzi del
rischio di impresa.
A maggio del 2008 MPS comunica di aver completato il piano di
patrimonializzazione richiesto dalla Banca d’Italia. Sulla base
della documentazione fornita, la Banca d’Italia avvia
un’approfondita analisi dello schema contrattuale
dell’operazione FRESH, al fine di verificare l’effettiva
rispondenza dell’assetto negoziale ai requisiti di vigilanza.
Il confronto tecnico con MPS si protrae fino a settembre del
2008, quando la Banca d’Italia rappresenta formalmente a MPS gli
elementi ostativi al pieno computo nel patrimonio di qualità
primaria della banca delle azioni al servizio del FRESH.
MPS trasmette alla Banca d’Italia una nuova struttura
contrattuale dell’operazione FRESH redatta secondo le
prescrizioni della stessa Banca d’Italia. Quest’ultima
nell’ottobre del 2008 ne prende atto. A tale riguardo ulteriori
elementi emergeranno successivamente (cfr. infra).
Nella seconda metà del 2009 la Vigilanza intensifica il vaglio
delle condizioni di liquidità del gruppo MPS. Al principio del
2010 la banca viene convocata presso la Vigilanza in tre
occasioni, a cadenza serrata, il 5 e il 30 marzo e il successivo
21 aprile 2010. Dal 3 al 7
maggio la Vigilanza si reca presso la banca per un ciclo di
incontri informativi. Emerge una forte incidenza di operazioni
di repo strutturati su BTP a lungo termine, che determinano
l’assorbimento di elevati margini di liquidità (per effetto
delle crescenti richieste di marginazione1), in presenza di un
peggioramento delle condizioni di mercato. La situazione della
banca viene giudicata di scarsa chiarezza e potenzialmente
critica.
La normativa di vigilanza della Banca d’Italia è esigente sui
presidi necessari per le attività finanziarie complesse. Le
norme, emanate nel 2004, richiedono alle banche che operano nel
comparto dei derivati creditizi – in cui rientrano le
transazioni concluse da MPS – una capacità di valutazione
giornaliera dell’andamento dei prezzi dei singoli prodotti e del
complessivo profilo di rischio del portafoglio. Più in generale,
stabiliscono che le banche che non sono in grado di misurare e
gestire correttamente i rischi associati a strumenti finanziari
complessi devono astenersi dalla negoziazione di questi
strumenti.
Al fine di acquisire in loco ulteriori, necessari elementi
conoscitivi, si dispone l’avvio immediato di una verifica
ispettiva mirata alla gestione della liquidità e al comparto dei
rischi finanziari del gruppo MPS.
Gli accertamenti ispettivi si svolgono tra l’11 maggio e il 6
agosto, e mettono in luce tensioni nella situazione di liquidità
e una elevata esposizione, non esattamente misurata, a rischi di
tasso. Si rileva inoltre l’irrigidimento degli investimenti in
titoli pubblici, il cui valore risulta assai cospicuo (circa 25
mld). In particolare la condizione di liquidità, caratterizzata
da elevata volatilità dei saldi, risente soprattutto di due
operazioni di repo strutturati su titoli di Stato effettuate
rispettivamente con Deutsche Bank e Nomura per un valore
nominale complessivo di circa 5 miliardi di euro, con profili di
rischio non adeguatamente controllati e valutati dalla struttura
di MPS né compiutamente riferiti all’Organo Amministrativo.
Con riferimento all’attività del veicolo Santorini,
dall’ispezione non emergono elementi probanti per avviare una
procedura sanzionatoria o una segnalazione all’Autorità
Giudiziaria. Oltre al significativo impatto sulla liquidità,
viene riscontrato un problema relativo alle modalità di
registrazione contabile (valutazione al costo) adottate da MPS e
validate dalla società di revisione. Tali modalità destano
riserve da parte della Vigilanza circa la rappresentazione in
bilancio dell’operazione, che non ne rileva il fair value. Fermo
restando che la Banca d’Italia non ha poteri in materia di
valutazioni di bilancio, in considerazione della complessità
dell’operazione e dei possibili spazi interpretativi
concessi dalle regole contabili IAS, la Banca d’Italia decide
nel novembre del 2011 di sottoporre la questione a specifici
approfondimenti contabili in collaborazione con le altre
Autorità di settore anche al fine di predisporre una nota di
chiarimenti all’intero sistema
bancario. Attesa la natura particolarmente complessa delle
operazioni, si è aperta una discussione non ancora conclusa.
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