Il mutuo è il finanziamento per eccellenza considerando il fatto
che per moltissimi di noi è una delle spese maggiori che si
affrontano nella vita. Per tale motivo cercare di risparmiare
deve essere il nostro obiettivo nella sua scelta. A tal
fine, può essere molto utile capire come si calcola il tasso di
interesse che viene applicato al calcolo delle rate.
Scopriamolo assieme:
Nei mutui a tasso variabile il tasso applicato al mutuo viene
periodicamente riveduto. Il calcolo si effettua con la semplice
addizione:
Euribor + Spread
dove l’Euribor è il tasso a cui le banche stanno pagando il
denaro in quel momento (si può trovare sul Corriere della Sera o
su Il Sole 24 ore). Gli Euribor utilizzati possono riferirsi a
diverse durate (a un mese, a tre mesi…), ma il loro effetto nel
tempo si bilancia. Infatti quando i tassi sono previsti al
rialzo gli Euribor più “lunghi” risultano più alti e così
viceversa, con il che l’utilizzo dell’uno o dell’altro non fa
grande differenza durante la lunga vita del mutuo. L’Euribor
costituisce la componente variabile del tasso e ad ogni
revisione dovrà essere nuovamente rilevato. Lo spread
rappresenta la percentuale che ogni banca decide di aggiungere
al costo del denaro quale proprio ricavo. Questo resterà uguale
per tutta la durata del mutuo (salvo rari contratti in cui varia
anch’esso). È perciò evidente che per comparare le proposte a
tasso variabile si devono paragonare gli spread.
Dal 2009 le banche sono tenute a proporre al pubblico anche
un’alternativa all’Euribor, correlata al tasso della Banca
Centrale Europea (BCE). Lo spread applicato è di solito diverso
da quello utilizzato in associazione all’Euribor. Scegliendo
questa formulazione il tasso del mutuo verrà ottenuto sommando
allo spread il Tasso BCE al posto dell’Euribor. Con i mutui a
tasso fisso si possono invece incontrare due realtà. In un caso
la banca comunicherà un tasso arbitrario e assoluto, praticato
in quel momento. Questa modalità si rivela poco trasparente
perché in qualsiasi momento la banca potrà modificare il tasso
del mutuo a proprio piacimento e quasi sempre lo farà senza
preavviso.
Ben più chiaro è il sistema utilizzato dagli istituti che
propongono una condizione verificabile dal cliente mediante la
somma:
IRS durata mutuo + Spread
dove l’IRS è il tasso utilizzato per le transazioni a tasso
fisso, pubblicato anche su Il Sole 24 Ore, mentre lo spread è la
quota aggiuntiva decisa da ogni banca. Ovviamente l’IRS cambierà
nel tempo e con esso il tasso conseguente, ma solo fino al
giorno dell’atto notarile. Infatti una volta fissato dal
contratto il tasso resterà immutato indipendentemente dalle
successive escursioni dell’IRS.
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