In Italia l'attività economica rimane condizionata dalla
debolezza della domanda interna
Secondo le nostre proiezioni in Italia la fase recessiva si
estenderebbe alla seconda parte di quest'anno, ma a ritmi più
contenuti rispetto ai primi due trimestri; avrebbe termine
all'inizio del 2013. Nel corso del prossimo anno la dinamica del
prodotto resterebbe appena positiva, per poi riprendere vigore
successivamente.
Nell'ipotesi che lo spread tra il rendimento del BTP a dieci
anni e quello del corrispondente titolo tedesco si mantenga sui
valori medi registrati nella prima metà di luglio (circa 450
punti base), il PIL si ridurrebbe, in media d'anno,del 2,0 per
cento nel 2012 e dello 0,2 nel 2013. Le misure strutturali di
riforma finora varate incideranno positivamente sulle capacità
di crescita della nostra economia, soprattutto nel medio
periodo.
L'economia mondiale rallenta; scende il prezzo del
petrolio - Nel primo trimestre dell'anno l'economia
mondiale aveva continuato a espandersi a ritmi contenuti,
frenata dalla stagnazione in Europa e dal rallentamento negli
Stati Uniti e nei paesi emergenti. In primavera l'attività
economica si è indebolita; l'incertezza circa l'evoluzione della
crisi del debito sovrano nell'area dell'euro e sulla politica di
bilancio negli Stati Uniti continua a condizionare le
prospettive di ripresa. Riflettendo la debole congiuntura
internazionale, sono scesi significativamente il prezzo del
petrolio e le quotazioni di altre materie prime. L'inflazione si
è generalmente ridotta.
Da aprile si sono riaccese le tensioni sul mercato
del debito sovrano - Le tensioni sui mercati finanziari
dell'area dell'euro, che si erano attenuate nei primi mesi
dell'anno, da aprile si sono nuovamente intensificate. L'aumento
dell'avversione al rischio ha continuato a comprimere i
rendimenti dei titoli dei paesi ritenuti più sicuri. Alle
preoccupazioni degli investitori circa la situazione politica in
Grecia e le implicazioni delle difficoltà del sistema bancario
spagnolo, si è aggiunta la percezione di una scarsa coesione dei
governi nell'orientare la riforma della governance europea e
nell'adeguare i meccanismi di gestione della crisi nell'area
dell'euro.
L'Euro Summit ha preso decisioni importanti, che
devono essere attuate - Il vertice dei Capi di Stato e
di governo dell'area dell'euro e il Consiglio europeo del 28 e
29 giugno scorso hanno preso decisioni importanti con
l'obiettivo di spezzare il circolo vizioso tra rischio sovrano,
fragilità dei sistemi bancari e crescita. La Commissione europea
presenterà proposte per l'integrazione del sistema di vigilanza
bancaria europea; l'assistenza finanziaria al sistema bancario
spagnolo sarà fornita dall'EFSF e poi trasferita all'ESM, senza
lo status di creditore privilegiato; è stato ribadito l'impegno
a salvaguardare la stabilità finanziaria, utilizzando
efficientemente gli strumenti di sostegno esistenti per
stabilizzare i mercati dei paesi che rispettano gli impegni
assunti. È essenziale dare rapida attuazione alle decisioni.
La crescita nell'area dell'euro si è arrestata;
scende l'inflazione - Nell'area dell'euro nel primo
trimestre dell'anno il PIL ha ristagnato. È rimasta ampia
l'eterogeneità delle condizioni cicliche dei maggiori paesi. In
giugno l'indicatore €-coin della Banca d'Italia, che stima la
componente di fondo dell'andamento dell'attività economica
nell'area, si è attestato su valori lievemente negativi.
L'inflazione al consumo ha continuato a scendere, collocandosi
il mese scorso al 2,4 per cento.
La BCE ha ridotto i tassi e sostiene con decisione la
liquidità - A fronte della stagnazione del credito,
della flessione dell'inflazione e delle incertezze sulla
crescita, la BCE ha ridotto ancora i tassi di interesse
ufficiali, portando il tasso sulle operazioni di rifinanziamento
principali allo 0,75 per cento e il rendimento sulla deposit
facility a zero; continua a mantenere ampia l'offerta di
liquidità. Le operazioni di rifinanziamento saranno condotte a
tasso fisso e con integrale accoglimento della domanda almeno
fino alla metà di gennaio del 2013. È stato ampliato
ulteriormente il novero dei titoli ritenuti ammissibili come
garanzia, in modo da favorire l'accesso delle banche al
rifinanziamento, contrastare le segmentazioni dei mercati e
sostenere il flusso di credito a famiglie e imprese.
In Italia il calo del prodotto è proseguito nel
secondo trimestre - Sulla base delle nostre
valutazioni, nel secondo trimestre il PIL dell'Italia ha
continuato a contrarsi, per poco più di mezzo punto percentuale
rispetto al periodo precedente. La diminuzione ha riflesso il
calo della domanda interna per consumi e investimenti; vi hanno
inciso la debolezza dell'occupazione e dei redditi reali, la
caduta della fiducia delle famiglie, le condizioni di accesso al
credito solo in parte migliorate. Gli scambi con l'estero hanno
continuato a sostenere l'attività economica.
L'inflazione di fondo resta moderata - In
Italia l'inflazione al consumo è rimasta stabile in giugno, poco
sopra al 3,0 per cento. La crescita dei prezzi continua a
risentire dell'effetto degli aumenti delle imposte indirette
dello scorso autunno, valutabile in circa un punto percentuale.
L'inflazione di fondo, misurata al netto delle componenti più
volatili, si mantiene al di sotto del 2 per cento. Secondo le
nostre valutazioni la dinamica dei prezzi al consumo si
porterebbe all'1,8 per cento nel 2013.
Il patrimonio delle banche italiane si è
ulteriormente rafforzato - Con le operazioni di
rifinanziamento a tre anni dell'Eurosistema sono stati rimossi i
rischi che si potessero verificare problemi nella liquidità
delle banche e che questi potessero innescare una crisi
sistemica. Le tensioni sul debito sovrano continuano a influire
negativamente sulla raccolta all'ingrosso delle banche italiane,
ancora in flessione; per contro, prosegue l'espansione della
raccolta al dettaglio nelle forme tradizionali presso i
risparmiatori residenti. La fase recessiva si riflette sulla
qualità del credito, ma la dotazione patrimoniale del sistema
bancario italiano si è ulteriormente rafforzata.
Scende il costo del credito, ma la dinamica dei
prestiti è ancora debole - Il costo dei prestiti alle
imprese si è gradualmente ridotto dall'inizio dell'anno. Dai
sondaggi condotti in primavera sono emersi segnali di
attenuazione delle difficoltà di accesso al credito. Tuttavia i
miglioramenti restano incerti; prosegue la debolezza delle
quantità erogate.
Le prospettive del credito restano condizionate dal perdurare
delle tensioni sui mercati finanziari internazionali e dallo
sfavorevole quadro economico, che si riflette sulla domanda da
parte di imprese e famiglie e sulle valutazioni degli
intermediari riguardo al loro merito di credito.
In prospettiva la crescita resta condizionata dalla
debolezza della domanda interna - Rispetto al
Bollettino economico dello scorso gennaio le nostre proiezioni
sull'andamento del PIL sono state riviste al ribasso. Nell'anno
in corso e nel prossimo l'attività economica continuerebbe a
essere caratterizzata da un'accentuata debolezza della domanda
interna. Il principale contributo positivo alla dinamica del
prodotto proverrebbe dalle esportazioni. L'accumulazione di
capitale risentirebbe delle condizioni di accesso al credito
ancora tese e di quelle del mercato immobiliare. I consumi delle
famiglie si contrarrebbero significativamente, risentendo degli
effetti sul reddito disponibile delle misure di correzione dei
conti pubblici adottate l'anno scorso e delle incerte
prospettive dell'occupazione. Migliorerebbe il saldo corrente
con l'estero che tenderebbe al pareggio.
La recessione avrebbe termine l'anno prossimo
- Nel complesso, la fase recessiva si estenderebbe alla se-conda
parte di quest'anno, ma a ritmi più contenuti rispetto ai primi
due trimestri; avrebbe termine all'inizio del 2013. Nel corso
del prossimo anno la dinamica del prodotto resterebbe appena
positiva, per poi riprendere vigore successivamente.
Nell'ipotesi che lo spread tra il rendimento del BTP a dieci
anni e quello del corrispondente titolo tedesco si mantenga
intorno a 450 punti base, il PIL si ridurrebbe, in media d'anno,
del 2,0 per cento nel 2012 e dello 0,2 nel 2013.
L'occupazione è in calo quest'anno -
L'occupazione scenderebbe di poco più dell'1 per cento
quest'anno, resterebbe stazionaria il prossimo. A fronte di un
significativo aumento della partecipazione al mercato del
lavoro, già osservato nella prima parte del 2012, il tasso di
disoccupazione si porterebbe al di sopra dell'11 per cento nel
2013.
La rapidità della ripresa dipenderà dalla coesione
dimostrata dalla UE e dalla normalizzazione dei mercati
finanziari - L'incertezza su questo quadro è elevata.
Le prospettive di medio termine dell'economia italiana sono
strettamente connesse con gli sviluppi della crisi del debito
sovrano e con i suoi effetti sul credito, sulla fiducia di
famiglie e imprese, sulla domanda proveniente dai nostri partner
europei. Le modalità con cui sarà data attuazione alle decisioni
del vertice europeo del 28 e 29 giugno saranno cruciali per il
riassorbimento delle tensioni sui mercati finanziari e per il
ripristino di normali condizioni di credito, che favorirebbero
una più rapida ripresa in Italia e nel resto dell'area. Il 13
luglio l'agenzia Moody's, pur riconoscendo i punti di forza
dell'economia italiana e i progressi conseguiti con le riforme
strutturali, ha rivisto al ribasso il merito di credito sovrano.
La decisione, resa nota subito prima di un'asta di titoli dello
Stato italiano, non ha avuto effetti sostanziali sulla domanda o
sui rendimenti.
Le misure strutturali di riforma finora varate
possono migliorare le prospettive di crescita - Le
misure di revisione e contenimento della spesa recentemente
approvate dal Governo mirano a evitare gli effetti depressivi
sui consumi derivanti dall'aumento delle aliquote dell'IVA già
previsto per settembre, mantenendo invariati i livelli dei
servizi grazie a recuperi di efficienza. In prospettiva,
l'attività di revisione della spesa, insieme al contrasto
all'evasione, può consentire di ridurre le aliquote fiscali,
specie sul lavoro, favorendo la ripresa. Gli interventi volti ad
accelerare i pagamenti dei debiti commerciali delle
Amministrazioni pubbliche dovrebbero alleviare i problemi di
liquidità delle imprese creditrici, sostenendo la domanda.
Nell'insieme, i provvedimenti legislativi di liberalizzazione,
di stimolo dell'attività economica e di riforma del mercato del
lavoro varati negli ultimi mesi hanno introdotto mutamenti di
carattere strutturale che incideranno positivamente sulle
capacità di crescita della nostra economia, con effetti
soprattutto nel medio periodo.
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