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22 settembre, 2018




 
 

Accensione Mutuo. Come fare per accendere un Mutuo? I passi fondamentali per accendere un mutuo presso una banca o presso una finanziaria, solitamente sono sempre gli stessi. Di seguito trovate le informazioni che vi interessano. Una volta svolta l’istruttoria, la banca, acquisita la documentazione inoltrata ed effettuati ulteriori accertamenti (quali l'acquisizione della "dichiarazione notarile preliminare" sul bene offerto in garanzia, nonché della "relazione tecnico-estimativa" redatta da un tecnico di sua fiducia), è in grado di deliberare il finanziamento. A delibera avvenuta la banca ne da immediata comunicazione al richiedente e fissa la data della stipula dell'atto pubblico di finanziamento (concessione formale del mutuo). continua

 

 

 

   
   
  I FINANCIAL FUTURES

>>>Modulo Calcola Preventivo Mutuo

>>>Modulo Calcola Preventivo Prestito

I contratti negoziati all’IDEM e al MIF rientrano nella classificazione dei financial futures, ossia

contratti che presentano come bene sottostante un’attività finanziaria, diversamente da quanto

accade per i commodity futures, la cui caratteristica è quella di avere come bene sottostante un

attività reale di natura diversa (si va dalle derrate alimentari, agli animali, ai metalli preziosi e non, a

merci di varia natura).

Con il contratto future, due parti si impegnano rispettivamente a vendere (posizione short) e a

comprare (posizione long) un determinato bene, definito sottostante (underlying asset), ad un

prezzo prefissato, ad una certa data futura. Il future è un contratto simmetrico (contrariamente

all’opzione), in quanto impegna all’esecuzione entrambi i contraenti.

Il financial future deriva dai contratti future sulle materie prime e sui prodotti agricoli, commodities

futures, negoziati al Chicago Board of Trade, la prima Borsa merci negli Usa, già nel 1848. Il future

finanziario si è sviluppato, a partire dal 1972, inizialmente sui tassi di interesse, in ragione

dell’accentuata volatilità che essi hanno iniziato a sperimentare appunto a partire da tale periodo.

Gli strumenti finanziari sottostanti possono essere: valute, titoli di diverso tipo, tassi di interesse,

indici azionari e dei prezzi.

Il contratto future presenta tre elementi caratteristici: il primo è che è un contratto

standardizzato, il cui sottostante è un titolo nozionale, non esistente in realtà. Si tratta cioè di un

titolo di riferimento, le cui caratteristiche ideali di scadenza e di tasso nominale permettono di

quotare uno strumento finanziario standard.

Il secondo elemento peculiare è che tale contratto è oggetto di negoziazione sui mercati

regolamentati, caratterizzati dalla presenza della clearing house, che opera come controparte in tutte

le transazioni: ciò vuol dire che ogni operatore, sia esso compratore o venditore, conclude il suo

contratto con la clearing house. Questo scenario operativo garantisce liquidità e sicurezza al

mercato, eliminando il rischio di controparte.

Il terzo elemento caratterizzante del contratto future è costituito dalla modalità di consegna

(delivery). Dal momento che il bene sottostante è un titolo nozionale, il regolamento del contratto

da parte del venditore può avvenire solo mediante la consegna di titoli aventi caratteristiche simili a

quelle del nozionale (titoli consegnabili).

Passiamo ora a vedere brevemente le principali modalità operative che caratterizzano il

funzionamento dei mercati future.

All’atto della stipula, l’acquirente del contratto (sia esso di acquisto o di vendita) versa un deposito

iniziale, detto margine iniziale di garanzia, su un conto acceso presso la clearing house.

Nei mercati future vige il metodo del marking to market: ciò implica che ogni giorno le posizioni sono

chiuse e valorizzate in base all’andamento dei prezzi con il meccanismo dei margini di variazione.

Due sono le modalità di estinzione del contratto future. In primo luogo con la consegna, nel luogo,

alla data e al prezzo pattuiti, del bene oggetto del contratto, dietro pagamento del corrispettivo. Dal

momento che il titolo sottostante il future è un titolo nozionale, viene individuato il paniere dei

titoli consegnabili.

Per alcune attività finanziarie non materialmente consegnabili, come gli stock index (quelli su

indici di borsa), si deve effettuare una liquidazione esclusivamente per contanti (cash settlement),

peraltro applicata anche nella maggior parte delle operazioni che hanno luogo con i contratti che

hanno come bene sottostante tassi di interesse; così facendo nell’ultimo giorno di negoziazione si

provvede a definire il prezzo finale del contratto e si liquidano in contanti le differenze in modo non

dissimile da quel che succede quotidianamente con il sistema del marking to market.

Nel caso in cui la consegna fisica debba avere luogo sono fissate presso tutte le Borse dove

avvengono contrattazioni a termine, le regole e le condizioni che ne sono alla base. Visto che è

quotato un titolo nozionale, per riportarlo in ambito "reale" verranno indicati “titoli equivalenti”, i

quali costituiscono il corrispettivo adattabile al “nozionale”. Una volta fissato il “nozionale”, verrà

anche stabilita una lista di titoli alla quale vanno ad adattarsi gli operatori che, alla scadenza del

contratto, presentano posizioni in vendita aperte. Ovviamente essendo il titolo nozionale il bene

sottostante oggetto del contratto a termine si presenteranno delle difficoltà collegate alla necessità

di “omogeneizzazione” delle caratteristiche tecniche.

Poiché il valore del titolo nozionale e quello del titolo reale non sono uguali, al momento della

consegna va effettuato il calcolo che permetta di identificare quale è il valore contante del contratto

a termine; in altre parole è importante rilevare, confrontare e riportare il valore del titolo reale al

valore del sottostante. La necessità di questo calcolo discende dal fatto che il nozionale

materialmente non esiste, per cui non è possibile ottenere in via diretta la conoscenza del suo

rapporto di cambio con il titolo reale e dunque non è immediatamente disponibile un raffronto tra

contratto a termine e titoli reali.

Per raggiungere questo rapporto si ricorre ad un calcolo teorico, che si basa su regole prestabilite e

si fonda sul concetto di fattore di conversione o di concordanza. Si tratta dello strumento matematico

necessario per costruire un rapporto di cambio, con cui sia possibile determinare l'equivalente

finanziario in contanti del contratto a termine. Con il fattore di concordanza si riescono ad

effettuare degli aggiustamenti alle caratteristiche differenti dei titoli reali e del titolo nozionale; per

cui per ogni titolo reale si calcolerà il valore attualizzato al tasso relativo al titolo costituente il

contratto alla data della consegna.

Il fattore di concordanza è comunque un'espressione che fornisce un risultato approssimato e

relativo al rapporto tra il prezzo del titolo nozionale e quello del titolo reale. Ovviamente questa

approssimazione tenderà a ridursi quanto minori saranno le variazioni nella struttura del tasso di

interesse.

Il calcolo del fattore di concordanza è relativo solo alle caratteristiche proprie del titolo, per cui può

essere calcolato in anticipo; i dati rilevati vengono riportati in tabelle che le singole Borse portano a

conoscenza degli operatori.

In ogni caso la scelta dei titoli è condizionata dalle aspettative del venditore; nell’ambito dei titoli

che detiene in portafoglio, quest'ultimo avrà convenienza a consegnare i titoli che ritiene meno

redditizi, soprattutto se ci sono previsioni di riduzione dei tassi di interesse nel lungo periodo. La

scelta, comunque, non avviene a caso, ma è guidata anche dai risultati ottenuti in seguito all'analisi

svolta utilizzando il fattore di concordanza. Bisogna ricordare comunque che la scelta finale non

potrà essere determinata soltanto dalla mera applicazione del fattore di concordanza. Ciò può esser

valido solo se ipotizziamo una situazione in cui sul rendimento delle obbligazioni non influisca né la

scadenza, né alcuna variazione dei tassi di interesse, né in termini più generali qualsiasi mutamento

nel rendimento dovuto alle più frequenti imperfezioni ed instabilità del mercato. Dato che invece la

situazione reale presenta tutte queste influenze, la scelta viene effettuata operando in un panorama

piuttosto ampio di titoli di natura e caratteristiche differenti, variamente soggetti a cambiamenti e

dunque a divenire o meno oggetto delle scelte finali dell’operatore. Se poi si tiene conto del fatto che

l’operatore in discorso ha composto nel tempo un portafoglio secondo proprie esigenze di rischio e

di rendimento tenendo conto anche di considerazioni di flussi finanziari previsti, si deve giungere

alla conclusione che la scelta del cosiddetto cheapest to delivery va interpretata come la scelta del

titolo che è più conveniente consegnare data la peculiare situazione dell’operatore, scelta che è,

ovviamente, valida soltanto pro tempore.

Naturalmente, in un’ottica che non è certo quella di una gestione integrata la scelta del titolo da

consegnare può anche essere effettuata tenendo conto del titolo "più economico" o "meno costoso",

che sarà quello, tra le possibili obbligazioni da consegnare, che permetterà al venditore di sostenere

il minor costo, cioè quel titolo che massimizza la differenza tra il valore del contratto sul mercato a

termine e il costo di acquisizione sul mercato in contanti dei titoli da consegnare.

L'esistenza del titolo "meno costoso" permette a chi gestisce un portafoglio di obbligazioni, di

effettuare una discriminazione tra una serie di titoli e consegnare quello che gli permette di

sostenere il costo più basso o che costituisce la possibilità più vantaggiosa. Ovviamente, anche in

questo caso si tratta di una scelta valida pro tempore, in quanto in ogni momento esiste un solo titolo

che permette di soddisfare gli obblighi di consegna traendone il massimo guadagno, ma, anche in

quest’ottica semplificata, le mutevoli condizioni di mercato possono portare ad un cambiamento

delle convenienze.

Il mercato future e il mercato dei consegnabili si influenzano a vicenda, ma spesso è il mercato future

che, per i volumi in gioco e per i più bassi costi di transazione, finisce con l’accentuare gli effetti

derivanti dalle manifestazioni della tendenza di tasso originando correnti di acquisti e vendite sul

mercato a pronti.

Ritornando alle modalità di estinzione del contratto future, oltre la consegna e la liquidazione

per contanti, si ha la liquidazione prima della scadenza. Questa modalità, che è la più frequente,

consiste in un’operazione di compensazione (offsetting): viene cioè stipulato un contratto di segno

opposto a quello da cancellare. Tale contratto sarà di vendita (posizione short) se il contratto da

cancellare è di acquisto (posizione long); viceversa di acquisto se il contratto da cancellare è di

vendita. In questo modo è possibile chiudere la posizione prima della data di scadenza del contratto.

Il risultato dell’operazione è definito dalla differenza tra i prezzi negoziati, cosiddetta liquidazione

differenziale.

Rispetto al mercato a pronti, il mercato future implica un effetto leva nei confronti dell’investimento

iniziale: mentre sul mercato a pronti l’acquisto del titolo comporta l’esborso immediato del

controvalore, sul mercato future l’esborso iniziale è limitato al margine iniziale e quindi ai successivi

margini di variazione.

I mercati future hanno alcune analogie con i mercati forward, ma questi ultimi si differenziano

perché i relativi contratti non sono standardizzati e non vengono negoziati sui mercati

regolamentati, ma over the counter, con la mancanza della clearing house.

 

 
 

 

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